Missione Velella è nata dal desiderio dell’A.N.M.I.
(Associazione Marinai d’Italia) gruppo Castellabate di commemorare le 51 persone
che persero la vita al momento dell’affondamento attraverso un reportage video
ed il recupero di un pezzo simbolico del relitto da utilizzare per la
costruzione di un “Monumento alla Memoria”.
L’ultima, fatale missione del VELELLA comincia il 7
settembre, quando insieme ad altri dieci battelli, si avvia a costituire uno
sbarramento di sommergibili nel Basso Tirreno, per contrastare l’imminente
sbarco alleato a Salerno. Ma dopo la partenza da Napoli non si hanno più sue
notizie. Dalla documentazione inglese, nel dopoguerra si è potuto stabilire che
il VELELLA è stato silurato dal sommergibile inglese SHAKESPEARE verso le 20.00
dello stesso giorno 7, al largo di Punta Licosa, a sud di Salerno, nel punto di
latitudine 40°15’N e longitudine 14°30’E (ndr coordinate GPS inesatte come ha
rivelato l’esatta localizzazione avvenuta lo scorso maggio 2003).
Nessun superstite.
E pensare che l’armistizio, proclamato il giorno successivo, era già stato
firmato fin dal giorno 3 settembre; ma all’insaputa della Marina!
La ricerca che stiamo effettuando per gli sponsor è
resa necessaria per supportare l’intero progetto che fino ad ora è stato
finanziato dagli stessi membri dell’A.N.M.I. di Castellabate che si sono
autotassati per poter procedere alla precisa localizzazione del relitto ed per
onorare le spese necessarie per effettuare le prime 5 immersioni di
“documentazione” per controllare la reale possibilità di procedere con tutto il
progetto.
Obiettivo e programma
Il Team, in stretta collaborazione con il gruppo A.N.M.I., sta lavorando
ad un progetto, già in avanzato stato di definizione, articolato in tre fasi
distinte. Una prima fase, finalizzata a verificare in situ il dato
strumentale. Tale fase, propedeutica alla spedizione vera e propria, si è svolta
in luglio con un totale di 5 immersioni perlustrative compiute da Rizia Ortolani
Edoardo Pasini, Trainer Tecnico, e Carlo Berti. Queste immersioni hanno permesso
di valutare lo stato del relitto ed effettuare qualche minuto di riprese video.
La successiva analisi dei dati raccolti ha permesso una ponderata valutazione
delle condizioni ambientali (visibilità, correnti, presenza di reti, etc.) che
ci permetteranno di procedere ad una più mirata e sicura organizzazione per il
compimento del progetto. La seconda fase coinvolgerà tutti i componenti il team
(che è ancora parzialmente in fase di definizione), ed avrà un fine
esclusivamente documentaristico. Le immersioni saranno finalizzate e organizzate
al solo scopo di effettuare riprese video e fotografiche. La successiva terza
fase, che dovrà essere comunque concordata ed autorizzata dallo Stato Maggiore
della Marina Militare avrò come scopo il recupero di un significativo reperto
del relitto. Questa sarà la fase più delicata della missione e quella che,
attualmente, riserva maggiori incognite. La particolare vicenda storica e umana
del Velella e il profondo significato simbolico della missione si condensano in
questa aspirazione.
In seguito alle varie fasi della spedizione
verranno pubblicati degli articoli su riviste del settore e non e saranno
organizzate delle conferenze aperte al pubblico per presentare i servizi video e
foto realizzati, e ringraziare gli sponsor partecipanti.
In questo periodo di preparazione già sono diversi
gli articoli apparsi con la notizia di Missione Velella, su riviste di settore
ed anche su quotidiani in tutta Italia:
- Il Secolo XIX, in edicola 29.06.2003
- La Gazzetta del Mezzogiorno, 01.08.2003
- La Gazzetta del Mezzogiorno, in edicola 04.08.2003
- La Gazzetta del Mezzogiorno, in edicola 02.09.2003
- La Gazzetta del Mezzogiorno, 02.09.2003
- L’ARENA di Verona, settembre 2003
- SUB, settembre 2003
Fanno parte del team subacquei esperti nell’immersione profonda e su relitti.
Questi i componenti del team ad oggi che in fase definitiva sarà poi costituito
da 8 persone.
Rizia Ortolani Istruttore ricreativo e subacquea tecnica, traduttrice di
manuali, ed autrice di alcuni articoli di immersione su relitti.
Luigi Casati, Istruttore Tecnico e Speleosub, esperto di immersioni
profonde e delle esplorazioni delle più importanti grotte d’Europa;
Fabio Pajoncini, Trainer tecnico e ricreativo, esperto di immersioni
profonde;
Carlo Berti, Istruttore tecnico, esperto di immersioni profonde.
Oltre alle persone sopracitate, altri collaboratori
si occuperanno delle foto e riprese terrestri, dell’assistenza medica, della
logistica e dell’assistenza in mare.
Arrivare ad affrontare immersioni di questo genere significa essere giunti ad un
traguardo di altissimo livello tecnico come subacquei; le attrezzature che
saranno necessarie devono essere tutte di grande qualità ed affidabilità,
testate e provate per affrontare grandi profondità, e quindi di altissimo
livello tecnico. Per un’immersione a circa 140 metri tutto deve essere al
meglio, tutto deve essere programmato e provato, tutto deve funzionare alla
perfezione, non esiste improvvisazione, tutto deve essere definito “prima”.
Compressori, bombole, gas, miscele, dovranno essere preparate e controllate con
la massima attenzione, così come gli erogatori dovranno essere altamente
professionali e testati per l’elevata profondità che andremo ad affrontare, gli
illuminatori, le macchine fotografiche e le riprese video, tutta l’attrezzatura
sarà di altissimo livello per permetterci di raccogliere quanto più materiale
possibile per documentare ciò che resta di questa parte della storia italiana
rimasta in fondo al mare da oltre 60 anni.
Missione Velella offre un’eccellente opportunità di sponsorizzare un evento
subacqueo e morale di primaria importanza. Il significato umano della
Spedizione, il suo obiettivo finale, la particolarità relitto, l'alto livello
dei componenti la spedizione e la rilevanza tecnica dell'immersione rendono
questo evento unico nella storia della subacquea italiana. Per la prima volta si
condurranno delle immersioni allo scopo di rendere omaggio ad una parte
importante della storia italiana, alla memoria di 51 giovani morti quasi per una
beffa del destino, ma ancora vivi nel ricordo dei loro cari, che ogni anno si
ritrovano, il 7 settembre, a Castellabate per l’annuale commemorazione. La
profondità a cui giace il relitto, circa 145 metri, lo rendono probabilmente il
relitto più profondo d’Italia, creando anche un interesse per l’impresa sportiva
unica sino ad oggi.
La Team Leader infine è una giovane donna, altro aspetto assolutamente unico in
Italia per eventi di questo genere. E’ la prima volta infatti, che una donna si
immerge su un relitto posto ad profondità così elevata con un tempo di
permanenza significativo per compiere un’esplorazione, allo stesso livello dei
suoi colleghi uomini.
Siamo alla ricerca di sponsor sia all'interno del mercato della subacquea, sia
in altri settori, offrendo ad ognuno un’opportunità di sponsorizzazione
esclusiva nello specifico settore. Adesivi, cappellini, T-shirt e gli altri capi
di abbigliamento saranno usati come supporto pubblicitario. I logo dei marchi
saranno esposti in modo rilevante nelle fotografie e video, e saranno riportati
in tutte le interviste, i comunicati stampa, lettere ed articoli, pagine
internet e presentazioni e conferenze pubbliche e private in modo da garantire
la massima diffusione del nome degli sponsor.
É evidente che la copertura pubblicitaria non si limiterà solo al mercato della
subacquea, ma interesserà anche il grande pubblico.
Un aggiornamento in tempo reale del sito internet
www.velella.it attivo da giugno 2003
fornirà, durante tutta la durata della spedizione, una relazione sugli
avvenimenti la “Missione” e permetterà ai subacquei ed ai non subacquei di
seguire in diretta lo svolgimento.
E’ dimostrato che una spedizione subacquea di alto livello storico, umano e
tecnico può essere una grande opportunità di sponsorizzazione con un alto
livello di copertura dei mass-media.
Questa spedizione è stata sino ad ora organizzata unendo gli sforzi delle
singole persone, compresi quelli economici, che però vanno oltre le proprie
possibilità per riuscire a portare a conclusione anche solo la seconda fase
progettata, ed è per questo motivo che tramite la presente nota informativa
cerchiamo sponsor che ci possano aiutare nel raggiungere gli obiettivi
prefissati, fornendoci l’aiuto tecnico, il materiale ed i mezzi economici
necessari.
Gli attuali sponsor per
“MISSIONE VELELLA 2003-2004”
sono i seguenti: PROVINCIA di SALERNO, DIVING TECHNICAL CENTER, FA&MI, LINDE
GAS Italia, TALASSA Sport.
Colgo l’occasione in nome dell’A.N.M.I. Gruppo
Castellabate e di tutti i partecipanti alla spedizione di ringraziarVi
anticipatamente dell’attenzione prestataci, e sperando di avervi tra i nostri
sponsor,
Vi porgiamo distinti saluti.
Rizia Ortolani
Team Leader Missione Velella
LOCALIZZATO IL RELITTO del SMG VELELLA
Comunicato Stampa – 18 giugno 2003
Il 13 maggio scorso, nelle acque del Golfo di Salerno, ad una profondità di 137
metri, è stato localizzato il relitto del Sommergibile Italiano Velella,
affondato la sera del 7 settembre 1943 ad opera di un sommergibile inglese, l’HMS
Shakespeare.
Il ritrovamento è stato compiuto dall’A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai
d’Italia) - Gruppo di S. Maria di Castellabate - in collaborazione con Rizia
Ortolani, subacquea tecnica, appassionata ricercatrice di relitti inesplorati e
Capo Spedizione di “Missione Velella”, e la CO.L.MAR. di La Spezia dell’Ing.
Barbagelata che, con i sofisticati strumenti impiegati e l’approfondito studio
sui dati ottenuti, ha fornito un’esatta individuazione della posizione del
relitto.
Il Team, in stretta collaborazione con il gruppo A.N.M.I., sta lavorando ad un
progetto, già in avanzato stato di definizione, articolato in tre fasi distinte.
Una prima fase, finalizzata a verificare in situ il dato strumentale.
Tale fase, propedeutica alla spedizione vera e propria, si svolgerà in luglio
con 2 immersioni perlustrative che saranno compiute da Rizia Ortolani ed Edoardo
Pasini, Trainer Tecnico, per valutare lo stato del relitto e, se possibile,
effettuare qualche minuto di riprese video. La successiva analisi dei dati
raccolti permetterà una ponderata valutazione delle condizioni ambientali
(visibilità, correnti, presenza di reti, etc.) che permetteranno di procedere ad
una più mirata e sicura organizzazione. La seconda fase coinvolgerà tutti i
componenti il team (che è ancora in fase di definizione), ed avrà scopo
esclusivamente documentaristico. Le immersioni saranno finalizzate e organizzate
al solo scopo di effettuare riprese video e fotografiche. La successiva terza
fase, che dovrà essere comunque concordata ed autorizzata dallo Stato Maggiore
della Marina Militare avrò come scopo il recupero di un significativo reperto
del relitto. Questa sarà la fase più delicata della missione e quella che,
attualmente, riserva maggiori incognite. La particolare vicenda storica e umana
del Velella e il profondo significato simbolico della missione si condensano in
questa aspirazione. Si intende recuperare tale manufatto per impiegarlo nella
costruzione di un perenne “Monumento alla Memoria” di 51 marinai di equipaggio.
Per la realizzazione di questo l’A.N.M.I. di Santa Maria di Castellabate
avanzerà la richiesta di una collaborazione da parte delle istituzioni e della
Marina Militare in particolare, in considerazione dell’elevato valore morale e
storico del progetto.
Il
Presidente del Gruppo A.N.M.I.
M.llo
Carlo Mileo
Per informazioni :
Rizia Ortolani tel. 335 6575385
e-mail : info@velella.it
Originariamente il VELELLA era uno dei due battelli progettati e avviati a
realizzazione dai Cantieri CRDA di Monfalcone per conto della Marina portoghese
(a quell’epoca, negli anni ’20-’30, diverse marine straniere ordinavano
sommergibili ai cantieri italiani). I battelli erano già in avanzato stato di
costruzione quando, per sopraggiunte difficoltà finanziarie, il Portogallo
dovette rinunciare al loro acquisto.
Così, nel 1935, furono rilevati dalla Regia Marina, che ne completò la
costruzione apportando alcune modifiche rispetto al progetto originale. I due
battelli, denominati rispettivamente ARGO e VELELLA, andarono a costituire la
classe “ARGO” fra i sommergibili costieri. Si rivelarono un buon acquisto, tant’è
che il loro progetto, leggermente modificato, verrà utilizzato per costruire,
negli anni dal ’41 al ’43, la numerosa classe “TRITONE”.
Il VELELLA, sebbene materialmente impostato sullo scalo fin dai primi anni ’30,
si considera formalmente “impostato” nel settembre del ’35, quando la Marina lo
rilevò ufficialmente. Fu poi varato il 18 dicembre del ’36 e consegnato alla
Marina il 1° settembre 1937.
Le sue caratteristiche tecniche erano:
All’entrata in servizio il VELELLA, al
comando del Ten. Vasc. Pasquale TERRA, è inquadrato nella 42ª Squadriglia del 4°
Gruppo Sommergibili di base a Taranto. Nell’ottobre del ’38 viene inviato
dapprima a Lero (Egeo), poi a Tobruk (Libia) e, infine, a dicembre, a Massaua
(Eritrea), assegnato alla Flottiglia Sommergibili dell’A.O.I. (Africa Orientale
Italiana), dove rimane fino alla primavera del ’40, quando rientra in patria ed
è assegnato alla 14ª Squadriglia del 1° Gruppo Sommergibili di La Spezia.
All’inizio delle ostilità (10 giugno del ’40), il VELELLA è uno dei tanti
battelli già predisposti in agguato un po’ per tutto il Mediterraneo. La sua
zona di pattugliamento è il tratto di mare fra l’isola di Rodi e la costa turca.
Però, il giorno 19, per noie ai motori, deve interrompere la missione e portarsi
prima a Lero e poi a Taranto, dove rimane per circa due mesi in riparazione.
Prescelto per essere dislocato in Atlantico nonostante sia un battello
“costiero”, dopo un breve periodo di lavori di adattamento al nuovo ambiente
operativo il VELELLA lascia La Spezia il 25 novembre 1940, diretto a BETASOM, la
nuova base per i nostri sommergibili aperta a Bordeaux. Il 1° dicembre affronta
l’attraversamento dello Stretto di Gibilterra, sempre difficile sia per la
stretta sorveglianza degli inglesi sia per le forti correnti sottomarine. E,
infatti, dapprima il battello, costretto ad immergersi, finisce sotto le bombe
di due cacciatorpediniere inglesi, che gli procurano qualche danno; poi, per le
difficoltà della navigazione subacquea, sprofonda a 130 metri, ben oltre la sua
quota massima (100 m); trascinato dalla corrente, va anche ad urtare contro il
fondo presso la costa africana. Nella notte prova ad emergere per caricare le
batterie, ma è subito ricacciato sotto ancora da due cacciatorpediniere, che lo
sottopongono a dura caccia. Poi, come Dio vuole, rasentando le coste spagnole,
riesce ad uscire in Atlantico. Dal 4 al 20 dicembre resta in agguato al largo di
Lisbona e, finalmente, il giorno di Natale entra a Bordeaux.
In Atlantico il VELELLA effettuerà quattro missioni offensive. La più importante
sarà quella del giugno ’41, durante la quale, stando in agguato a ponente di
Gibilterra, silura una petroliera di circa 7.000 tonnellate e un piroscafo di
3.200. Il VELELLA ritiene di averle affondate, ma di ciò non si trova riscontro
nella documentazione inglese.
Nell’agosto successivo il VELELLA fa parte del gruppo di battelli che devono
rientrare in Mediterraneo, dove la situazione richiede altri sommergibili. Dopo
qualche giorno di agguato a ponente di Gibilterra, nella notte fra il 24 e il 25
agosto il battello attraversa lo Stretto in superficie e il giorno 29 raggiunge
Cagliari, dove sosta per un lungo turno di lavori.
Poi ricomincia anche per il VELELLA la logorante guerra in Mediterraneo. Passato
sotto il comando del Ten. Vasc. Giovanni FEBBRARO, dal 3 febbraio al 17 marzo
’42 è a Pola, per effettuare attività di addestramento a favore della Scuola
Sommergibili. Quindi svolge una serie di missioni di agguato: a sud di Capo
Palos, Spagna (aprile ’42), a sud delle Baleari (giugno), lungo le coste
tunisine (luglio), a levante dell’isola della Galite (agosto).
Passato al comando del Ten. Vasc. Mario PATANE’, continua l’attività di
pattugliamento: a sud delle Baleari (settembre ’42), nel golfo di Philippeville
e nella rada di Bona, Algeria (novembre), a nord di Cap de Fer, Algeria (aprile
’43).
Quando, il 10 luglio del ’43, inizia lo sbarco degli Alleati in Sicilia, il
VELELLA è uno dei sommergibili che, già pre-allertati, muovono immediatamente
per portarsi in acque sicule. Poco dopo la partenza dalla Maddalena, il battello
subisce l’attacco di un aereo che, tuttavia, viene respinto (forse danneggiato)
con le mitragliere di bordo. Giunto nelle acque della Sicilia orientale, il
VELELLA deve desistere dalla missione a causa di avarie e il giorno 12 dirige
per Taranto. Strada facendo, all’altezza di Capo Colonne, recupera cinque
naufraghi di un nostro aerosilurante abbattuto. Ma il 23 luglio è di nuovo in
agguato al largo di Siracusa e di Augusta.
Nel tentativo di opporsi allo sbarco degli Alleati, nel luglio ’43 si perdono
cinque sommergibili.
L’ultima missione quella del 7 settembre riportata in calce a questo dossier.
www.sommergibili.com