Reato d'opinione e olocausto.Giro di vite perché proprio adesso?

Maurizio Blondet
23/11/2005
http://www.effedieffe.com/

Ernst Zundel durante la sua detenzione per il delitto di «negazione dell’olocausto»

Così, nel 2003 Zundel è stato arrestato.
Non per le «false notizie» che avrebbe diffuso, bensì per «violazione delle norme sull'immigrazione»: altro errore, col suo passaporto canadese aveva fatto una visita in USA. Estradato in Canada, il pericolosissimo immigrante irregolare è stato tenuto per due anni in isolamento in un carcere di massima sicurezza.
Poi, deportato in Germania, è stato condannato dalla corte di Mannheim per il delitto di negazione dell'olocausto.
A 65 anni, Zundel ne sta scontando cinque di galera per i suoi scritti e pensieri proibiti.
Assai simile la storia di Germar Rudolph.
Chimico tedesco, Rudolph ha commesso l'errore di visitare nel 1989 i lager di Birkenau e Auschwitz alla ricerca di tracce di Zyklon B, il gas del genocidio.
Per di più, ha commesso l'errore di non trovarlo.
E ancor peggio: ha commesso l'errore di scrivere che quella storia delle camere a gas, scientificamente, non reggeva.
Condannato prontamente a 14 mesi per negazione dell'olocausto, Rudolph ha creduto di sfuggire alla cattura riparando negli Stati Uniti.
Nel novembre di quest'anno lo hanno arrestato a Chicago e consegnato alle autorità tedesche.

Siegfried Verbeke, cittadino belga, ha indagato sulla storia di Anna Frank e non gli è sembrata del tutto vera.
Accusato di negare l'olocausto l'agosto scorso, ad ottobre è stato estradato dall'Olanda in Germania (di entrambi i Paesi non è cittadino) è si è preso 14 mesi di galera.
Il caso Irving a novembre promette di non essere l'ultimo.
C'è evidentemente un giro di vite contro i revisionisti storici del Terzo Reich.
Ci si domanda perché.
Alcuni dicono: internet, fonte di informazione non controllabile del tutto, sta dando il panico alla nota lobby.
Altra possibilità: i superstiti dei lager, benché diano l'impressione di aumentare di numero di anno in anno, e alcuni abbiano superato, nonostante le immani sofferenze patite dai nazisti, felicemente il secolo di vita, stanno in realtà defungendo; spariscono «testimoni oculari» da esibire, dunque bisogna ricorrere ai rigori della psico-polizia per mantenere la verità ufficiale.
Terza possibilità: è quella che ha definito George Orwell: «chi controlla il passato, controlla il presente».

Un caso personale.
Tempo fa mi fu mandato un giornalista che collabora al Foglio e a Prima Comunicazione (mensile dei radicali) di nome Daniele Scalise, allo scopo di interrogarmi.
La sua domanda centrale era: Blondet, lei è un negazionista?
Precisamente, ecco la domanda: «considera l'olocausto una tragedia unica nel suo genere o solo uno dei tanti terribili episodi della storia dell'uomo? Ritiene che sia verosimile il numero dei morti - sei milioni almeno - uccisi nei campi?».
Ecco, vedete.
Già basterebbe rispondere che ci sono state altre tragedie nella storia, per essere bollati da negazionisti.
O esprimere un dubbio sui sei milioni «almeno», per macchiarsi del delitto di apologia di nazismo.
E' il passo preliminare per trovarsi estradati in Germania, o magari in Turchia (non è Europa?) grande amica di Israele, davanti a un giudice turco a rispondere delle mie idee sulla storia in turco, a difendermi da delitti previsti come tali dal codice turco, con la prospettiva sicura di finire - non so se mi spiego - nelle galere turche. In mano ai Dunmeh.
O magari anche in Polonia, della classe del neo-sionismo di destra: ad essere giudicati da magistrati polacchi che sono ancora quelli del comunismo.

E' l'Unione Europea, dopotutto.
E' a questo scopo che è stato pensato il mandato di cattura europoide.
In questi processi, come mostrano i casi di Zundel, Rudolph e Irving, non vale portare prove, né testimoni a discarico, né perizie tecniche.
Si è già colpevoli per il fatto di essere accusati (1).
Il minimo dubbio su Anna Frank, e sei spacciato.
E non è che siamo al sicuro nemmeno in Italia, visto che Veltroni ha elevato a Roma un monumento ad Ataturk, il capo del regime dunmeh, laicissimo, dell'europea Turchia; e inutilmente protestano gli armeni, vittime (dicono loro, non io) «di uno dei tanti terribili episodi della storia».
Perciò non rispondo a quel lettore che mi incita a postare sul sito i rapporti che la Croce Rossa pubblicò tra il 1946 e il 1947 («Documents sur l'activitè du CICR en faveur des civils détenus dals les camps de concentration en Allemagne 1939 -1945», «Inter arma caritas: the work of the ICRC during the second world war»), che paiono scagionare Irving e Zundel.
Se la Croce Rossa è negazionista, affari suoi.
Andateveli a leggere su internet, se avete il coraggio (2).
Qui, no.
Meglio non occuparsi di storia.
Mi occupo del presente ed ho abbastanza atrocità e crimini contro l'umanità da segnalare anche oggi.
E voglio continuare a farlo, finché potrò.

Maurizio Blondet

----------------------

Note
1)
Per capire a cosa va incontro David Irving, basta leggere il seguente lancio dell'ANSA: «Tempi da record per la magistratura di Vienna che solo 11 giorni dopo l'arresto in Austria di David Irving ha formulato l'accusa di apologia del nazismo contro il controverso esponente britannico del negazionismo. Secondo l'agenzia stampa austriaca Apa, la velocità del procedimento della procura si spiega con il fatto che Irving, dal 1989, non era più' espresso pubblicamente in Austria con affermazioni sul Terzo Reich. Visto che il mandato d'arresto in base al quale Irving era stato fermato l'11 novembre scorso in Stiria (Austria centrale) risale appunto al 1989, la giustificazione di una lunga custodia cautelare sarebbe molto difficile da far valere, se non con una accusa già' pronta e con un processo imminente. I magistrati di Vienna, stando all'Apa, insisteranno perchè la custodia cautelare di Irving venga prolungata, quando venerdi prossimo il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere sulla sua scarcerazione o meno. La giustizia di Vienna teme che lo storico, come cittadino britannico, una volta scarcerato possa andare all' estero e sottrarsi quindi al processo. Subito dopo la decisione, l'atto verrà trasmesso al dipartimento per la corte d'assise, dove dovrà essere nominato il giudice per il processo. Secondo l'accusa, Irving - in due relazioni tenute a Vienna e nella città della Stiria di Leoben nel 1989 - avrebbe affermato che Hitler in realtà "aveva tenuto le sue mani protettrici sugli ebrei". Inoltre avrebbe negato l'esistenza delle camere a gas e sostenuto che gli eccessi violenti della cosiddetta "notte dei cristalli" sarebbero stati iniziati da "sconosciuti travestiti con le divise delle SA". In Austria l'apologia del nazismo è vietata in base alla cosidetta "legge di divieto di riattivazione di politiche legate al nazionalsocialismo"del 1947. Legge in base alla quale una trentina di persone all'anno sono in media processate nel Paese e che prevede condanne da uno a dieci anni di reclusione per chi "attraverso un'opera stampata, tramite emittenti radiotelevisive, altri media o in qualsiasi altra maniera accessibile a tante persone, nega, approva, minimizza, o cerca di giustificare il genocidio nazista o altri crimini contro l'umanità commessi dai nazionalsocialisti". Secondo la legge austriaca, Irving ha tuttavia due settimane di tempo per presentare ricorso contro questa accusa. Nel caso ciò non dovesse avvenire, il processo davanti ad una corte d'assise potrebbe già cominciare all'inizio dell'anno prossimo a Vienna. Irving era stato fermato su un'autostrada della regione della Stiria, nei pressi della località St. Johann in der Heide. Sembra che lo storico negazionista, nato nell' Essex nel 1938, avesse voluto partecipare ad una riunione della Burschenschaft (si tratta di associazioni di carattere politico - goliardico) viennese Olympia. La notizia del suo arresto del 17 novembre scorso - prima annunciata sulla homepage di Irving e poi confermata dalle autorità austriache - aveva sollevato clamore in tutto il mondo». (ANSA).
2) Pubblicati da thunderbay.indymedia.or il 28 gennaio 2005, i rapporti della Croce Rossa (o ampi passi di essi) circolano su internet ferocemente. Affermo qui che disapprovo il fatto, di per sé delittuoso.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------

http://www.vho.org/aaargh/ital/ital.html

Appendice all'articolo di Graf sull'impatto sociale del dogmatismo politico sull'olocausto

(13) Lo Zyklon B è acido cianidrico allo stato liquido, imbevuto in coibenti granulosi o discoidali, utilizzato per la disinfestazione di locali e, secondo gli "storici di corte", durante la guerra, per la gassazione dei detenuti.
"Ad Auschwitz-Birkenau furono installati almeno 8 impianti di disinfestazione,funzionanti a Zyklon B"; "periodicamente, con lo Zyklon B, furono disinfestati interi settori del campo" (C.  Mattogno, Olocausto: dilettanti allo sbaraglio, pp. 258-259).
"La causa principale dell'altissimo tasso di mortalità ad Auschwitz, fu il tifo) petecchiale. Nella tarda estate del 1942 questa epidemia provocò 403 morti in un sola giornata.  I documenti (dell'epoca) mostrano che i tedeschi (che amministravano il campo di Auschwitz) chiesero ripetutamente forniture di Zyklon B per eliminare i pidocchi, poiché le scorte erano carenti ... incidentalmente, richiamo la vostra attenzione sul fatto che durante la guerra lo Zyklon B fu inviato anche in Svizzera, in Norvegia ed in Finlandia.  Ciò significa forse che gli ebrei,furono gassati anche in quei paesi?" (testimonianza di Jurgen Graf al tribunale di Baden, 16 luglio 1998, cit. in The Journal of Historical Review, July-August 1998).
Nella Greuelpropaganda rientrava anche il "sapone umano" che lo stesso direttore del Museo dell'Olocausto israeliano, Shmuel Krakowski, definì nel 1990 accusa assolutamente priva di fondamento.
Analogamente per i pretesi "paralumi di pelle umana": nel 1948 il generale Lucius Clay, governatore militare americano della Germania occupata, inviò tutti i manufatti di "pelle umana" ad un laboratorio specializzato, richiedendo le opportune analisi ed un'accurata relazione. Il risultato fu: pelle di capra.
(Cfr: C. Mattogno: Olocausto: dilettanti allo sbaraglio, p. 263; Il Ministero della Verità e la RAI presentano .... in Sentinella d'Italia, aprile 1997; Risarcimento per Fred Leuchter?, in Sentinella d'Italia, novembre 19.99.
Nel testo inglese Graf usa il termine nazis, che quasi tutta la pubblicistica traduce con la parola nazisti ma, osserva a proposito Gianantonio Valli, il termine è errato (voiutamente secondo noi, perché contiene, in chi lo usa, un'accentuazione dispregiativa) in quanto, alla stessa stregua, si dovrebbe altresì pronunciare comisti anziché comunisti, socisti in luogo di socialisti, e così via.
"Il rapporto Leuchter ha il merito di aver aperto un nuovo campo d'indagine, ma esso è ormai superato; la "prova chimica" revisionista per eccellenza è la perizia sulla formazione e sulla rilevabilità di composti di cianuro nelle "camere a gas" di Auschwitz del chimico tedesco Germar Rudolf che ha studiato scientificamente tutti i problemi chimici e tecnici fondamentali connessi con le presunte camere a gas omicide (sistema costruttivo degli impianti di disinfestazione ad acido cianidrico, formazione e stabilità del ferrocianuro ferrico, influenza dei vari materiali costruttivi, tossicologia dell'acido cianidrico, caratteristica di vaporizzazione dello Zyklon B, analisi critica delle testimoninze basata, tra l'altro, sullo studio della diffusione dell'acido cianidrico nei locali, delle possibilità di ventilazione delle "camere, a gas", della capacità dei filtri delle maschere antigas); egli ha inoltre eseguito una serie di prelievi elle camere di disinfestazione e nelle presunte "camere a gas" omicide di Birkenau e ha anche effettuato esperimenti di gassazione di materiale murario; infine ha confutato sul piano chimico le obiezioni dei personaggi più importanti (Pressac, Wegner, Wellers,Jagschitz, Fleming, nonché le perizie di Cracovia del 1945 e del 1990) mosse al Rapporto Leuchter"; "Le analisi chimiche dei campioni prelevati" da Germar Rudolf nel 1991 "hanno indicato un contenuto massimo di cianuridi 13.500 mgl/kg nella camera a gas di disinfestazione del BW 5b e un contenuto massimo di 7,2 mgl/kg nelle presunte camere a gas omicide (crematorio II)" (C.  Mattogno, Intervista sull'Olocausto, Ar, Padova, pp. 39-40).
Le vessazioni cui è stato successivamente sottoposto Germar Rudolf richiederebbero un articolo a parte.  Rudolf, mentre lavorava presso il prestigioso Istituto Max Planck di Stoccarda, aveva eseguito le analisi di cui sopra consegnando la perizia chimica all'avvocato difensore del generale Otto Ernst Remer, sottoposto a procedimento giudiziario perché aveva scritto che non credeva nell'esistenza delle camere a gas nella Germania nazionalsocialista.  Il giudice non accettò la perizia.  Il generale Remer fu condannato a 22 mesi di carcere.  Egli fece pubblicare la perizia nel 1993, aggiungendovi una prefazione ed una postfazione (nulla di criminale: segnalava  che la perizia era stata rifiutata dal giudice ed altro di quel tenore).  Per tale pubblicazione Rudolf fu condannato.
Nel frattempo anche l'università di Stoccarda rifiuta di fissare la data dell'esame di laurea per Rudolf.  Iniziano le persecuzioni poliziesche: gli viene confiscata la corrispondenza, viene aperto contro di lui un procedimento giudiziario con giudici che subiscono fortissime pressioni esterne: da giudici di altri tribunali, da professori universitari di altri istituti, da membri del parlamento.  Il governo di Tel Aviv preme per aver accesso al suo archivio. Rudolf decide di lasciare la RFT, e da allora è in esilio.  Sua moglie, che non è riuscita a integrarsi in un paese di diversa cultura e linguaggio, ha chiesto il divorzio ed è tornata a Stoccarda portandosi appresso i figlioli.
Vedi: The Scientist and the Gas Chambery / Lo scienziato e le camere a gas, intervista audio di Michael A. Hoffman II a Germar Rudolf, 1999, Revisionist History, Coeur d'Alene, Idaho, USA.. Un altro indice dei cambiamento di clima è il recente articolo di prima pagina "Pericolo nel negare l'Olocausto? nel Los Angeles Times.  Per la prima volta in assoluto, un quotidiano, fra i maggiori in USA, porta in primo piano la notizia che in Francia, in Germania ed in altri paesi europei, degli studiosi vengono incarcerati, multati e forzati all'esilio per aver contestato la storia dell'Olocausto stabilita/ordinata dal governo.  Nel lungo articolo dei 7 gennaio 2000 Kim Murphy inizia citando la persecuzione del giovane chimico tedesco Germar Rudolf, concludendo - sulla base di un dettagliato esame effettuato in loco - che nessuno fu ucciso, o avrebbe potuto essere ucciso, nelle pretese camere a gas di Auschwitz e Birkenau.  Non pochi lettori certamente si son chiesti: che genere di "verità storica" è mai questa che dev'essere protetta da un'armatura di polizia, di procedimenti penali, di ammende e di incarcerazioni? ... La lobby ebraica non perse tempo attaccando furiosamente sia il Los Angeles Times che Murphy per questo articolo definito "immorale".

(17) Insomma, come ha argutamente osservato André Chelain,direttore-editore dei periodico L'Autre Histoire, Deckert è colpevole del "delitto di traduzione simultanea"!  Ma l'accanimento della Repubblica Federale Tedesca contro Deckert è palesato da ulteriori condanne per complessivi 60 mesi di prigione per delitto d'opinione.  Egli è ormai in carcere da 52 mesi (al febbraio 2000) e, secondo indiscrezioni, potrebbe tornare in libertà - forse condizionata all'abbandono di ogni attività storica e politica - nell'agosto dei 2000.  Cinque anni di vita sottratti dalla Polizia del "più libero stato tedesco", come si autodefinisce la Bundesrepublik. 
In merito al trattamento subito da Fred Leuchter nella "cine-biografia" diretta dall'ebreoamericano Errol Morris, documentarista di grido, film in visione nelle sale americane da fine dicembre 1999, cfr.  Risarcimento per Fred Leuchter pugnalato alle spalle, in Sentinella d'Italia, novembre e dicembre 1999.
Rapporto scientifico sugli aspetti chimici e tecnici delle "camere a gas" di Auschwitz.
Negli anni successivi alla sua prima pubblicazione il Rapporto Leuchter sulle pretese camere a gas di Auschwitz e Majdanek è stato sottoposto a massiccie e, parzialmente giustificate, critiche. Nel 1993, Rudolf, un ricercatore del prestigioso Max-Planck-Institute, pubblicò un minuzioso studio legale sulle pretese camere a gas di Auschwitz che spianò le lacune e le discrepanze del Rapporto the Leuchter. Il  Rudolf Report è la prima edizione in lingua inglese di questo sensazionale lavoro scientifico. Esso analizza tutte le prove esistenti sulle camere a gas di Auschwitz  ed evidenzia gli errori dei vari tentativi fallimentari di confutazione del Rapporto stesso. Le conclusioni sono chiare: le pretese camere a gas di Auschwitz non possono essere esistite. Nell'appendice Rudolf descrive l'incredibile serie di persecuzioni di cui è stato vittima: proibizione per l'esame finale per il conseguimento del titolo accademico PhD, procedimento di inchiesta penle e condanna al carcere, campagna diffamatoria dei media, distruzione della carriera lavorativa e della famiglia, volo verso l'esilio, diseredazione, perdita della casa. Malgrado ciò Germar Rudolf sta ancora battendosi per la libertà d'espressione.
 
"These scientific analyses are perfect."
Hans Westra, Anne-Frank-Foundation, BRT 1 TV (Belgium), Panorama, April 27, 1995

"All in all, he relies on literature which was written long before this report was completed, and the report
 must be described as scientifically acceptable.
"
 Prof. Dr. Henri Ramuz, expert report about the Rudolf Report, May 18, 1997

455 pag., formato A5, 110 illustrazioni bianco/nero e 10 a colori., bibliografia, indice, costo US$30.00  UK£20

Ordini on line al sito: www.tadp.org

Castle Hill Publishers / T&DP  
UK: PO Box 118, GB-Hastings TN34 3ZQ; Fax: ++44-8701-387263;
chp@vho.org

USA: PO Box 257768, Chicago, IL 60625; Fax: ++1-413-778-5749;
germar@tadp.org

Allo stesso indirizzo è possibile richiedere gratuitamente il primo numero della nuova rivista "The Revisionist" diretta da Rudolf.La  perizia di Germar Rudolf è apparsa  recentemente in edizione ampliata col titolo "Das Rudolf Gutachten". Castle Hill Publishers, PO Box 118,Hastings, TN34 3 ZQ, Inghilterra, aprile 2001,  240 pagine. I capitoli più importanti sono il quarto (Auschwitz, malattie infettive, Zyklon B, impianti di disinfestazione), il quinto (formazione e stabilità del blu di Prussia),
il sesto (Zylklon B e uccisione in massa, critica delle testimonianze), il settimo (valutazione delle analisi chimiche, con le risposte ai critici e alle perizie polacche).
Finora questa perizia non è stata neppure scalfita dalle critiche degli avversari.

Esistono tre perizie olocaustiche sulle "camere a gas" di Auschwitz:
1) quella, puramente qualitativa, di  Jan Z. Robel del  15 dicembre 1945 di cui ho già parlato nel messaggio precedente.
2) La perizia Markiewicz et alii  dell'Istituto delle perizie legali Jan Sehn di Cracovia  del 1991 commissionata dal Museo di Auschwitz  contro il rapporto Leuchter.
3) La perizia  Markiewicz et alii del 1994  contro la perizia Rudolf. Le pretese di quest'ultima sono state demolite da G. Rudolf nell'articolo "Leuchter-Gegengutachten: ein wissenschaftlicher Betrug?" (La controperizia Leuchter: una impostura scoientifica?"), in:  Deutschland  in Geschichte und Gegenwart,  marzo 1995, pp. 22-26.