L’AVIAZIONE NAZIONALE REPUBBLICANA,
UN’AERONAUTICA DA CACCIA

ANRDal Mese di Dicembre 2010 è in edicola la nuova monografia di Daniele Lembo, edita per i tipi della Delta editrice di Parma e dal titolo “A.N.R. un’aviazione da caccia”.
Una pubblicazione di veste elegante e ricca oltre misura, nella quale in cinquantadue pagine e circa duecento immagini viene raccontata la nascita e la storia di quella che fu l’Aviazione Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana.
Mussolini, liberato dalla prigionia del Gran Sasso, intuisce la prima cosa da fare per lo Stato Repubblicano di nuova costituzione è di ritornare al combattimento a fianco dei tedeschi. Già 18 settembre, parlando agli italiani alla radio dalla Germania, affermerà che bisogna: “Riprendere le armi a fianco della Germania, del Giappone e degli altri alleati; soltanto il sangue può cancellare una pagina così obbrobriosa della nostra storia. Preparare senza indugio la riorganizzazione delle nostre Forze Armate………”
Le Forze Armate della R.S.I. nasceranno con un decreto del Capo dello Stato Repubblicano che, promulgato il 27 ottobre 1943, è destinato ad entrare in vigore il giorno successivo. Nella nascita dell’Aviazione Nazionale Repubblicana avrà un ruolo fondamentale il ten. Col. Ernesto Botto, il mitico “Gamba di Ferro”, un uomo che ha continuato a volare e combattere benché abbia perso una gamba in Spagna. Botto, facendosi forte della sua fama, lancia un proclama per invitare all’arruolamento nell’A.N.R. i piloti e il personale tecnico. Sarà grazie a quel proclama se, già nell’ottobre 1943, si presentano all’aeroporto di Torino Mirafiori, i primi uomini. Per fare un’aviazione non bastano i piloti, ma occorrono le macchine e Ernesto Botto, nominato Sottosegretario di Stato per l’Aeronautica nel governo della Repubblica di Mussolini, si impegna a reperire i velivoli per la sua Aeronautica Repubblicana. Inizialmente, riesce a recuperare circa settantacinque caccia di vario tipo (Fiat G55 Centauro, Macchi 205 e Reggiane 2005). Sarà con questi apparecchi che si andrà formare il primo nucleo dell’A.N.R..
Dopodiché, il Sottosegretario Botto, mette le cose in chiaro con gli “alleati” tedeschi, facendo capire loro che l’A.N.R. non la Forza Armata di uno Stato suddito della Germania. Intende essere rispettato come alleato e pretende la restituzione, non solo del materiale di volo predato dai tedeschi immediatamente dopo l’8 settembre, ma anche di quel personale italiano che è stato arruolato, spesso con la forza, nella Luftwaffe.
Per la sua intransigenza, Botto durerà poco nella carica e sarà costretto a lasciare il sottosegretariato nella prima decade di marzo 1944, ma ormai qualcuno ha chiarito ai germanici che l’A.N.R. non intende essere una succursale italiana della Luftwaffe. Nell’estate seguente, il generale Wolfram von Richthofen, comandante della Luftflotte 2 in Italia, metterà in azione il piano “Phonix”, teso a incorporare l’A.N.R. nella Luftwaffe, trasformandola così in una Legione Aerea Italiana i cui piloti sarebbero costretti a vestire divisa tedesca e a prestare giuramento ad Hitler.
La risposta data dagli italiani sarà dura e efficace, costringendo, anche con la forza, a fare recedere il tedesco alle sue intenzioni.
In sostanza, l’A.N.R. si articolerà su tre Gruppi caccia. Il 1° Gruppo è a Campoformido, è dotato di Macchi 205 e Me 109G ed è articolato sulle squadriglie “Asso di Bastoni”, “La vespa incacchiata “ e “Arciere”. Il 2° Gruppo è a Bresso, è dotato di Fiat G 55 e Me 109G ed è articolato sulle squadriglie “Gigi tre Osei”, “Diavoli rossi” e “Gamba di ferro. Infine, il 3° Gruppo è a Vicenza è anch’esso articolato su tre squadriglie ma non sarà mai completamente operativo. Oltre ai tre Gruppi citati, sono anche operative una Squadriglia Autonoma Caccia su Fiat G 55 a Mirafiori e una Squadriglia Autonoma Caccia Notturna a Bresso su Me 109G, Cr 42, RE 2001. L’addestramento alla caccia è affidato a un Gruppo Complementare Addestramento Caccia, articolato su quattro squadriglie:
Dei reparti di volo dell’Aviazione Repubblicana, oltre a quanto detto, fanno parte anche un Gruppo Aerosiluranti a Lonate Pozzolo, una Squadriglia da Bombardamento a Lonate Pozzolo, tre Gruppi da trasporto (Trabuccco, Terracciano e De Camillis), un Reparto Collegamento (R.A.C. Reparto Aero Collegamento) e un Reparto Alianti. Per completezza, bisogna ricordare che sono inquadrati nell’Aeronautica del Nord anche il Reggimento Arditi Paracadutisti, la Divisione Contraerea e Antiparacadutisti “Aquila” e l’Artiglieria Contraerea, meglio conosciuta come Ar.Co.
L’unica Squadriglia da bombardamento, intitolata ad Ettore Muti, non sarà mai impiegata, i gruppi da trasporto Terracciano, Trabucchi e De Camillis troveranno, invece, grande impiego operativo venendo utilizzati sui cieli di Finlandia, Polonia , Prussia, Ucraina e Bielorussia e rendendosi utilissimi ai tedeschi, per conto dei quali effettuano trasporti di uomini e materiali. Infine, il Gruppo Aerosiluranti, intitolato a “Buscaglia”, è comandato da Carlo Faggioni,sarà impiegato contro la testa di ponte di Anzio e su Gibilterra.
Benché l’A.N.R., come abbiamo visto, annoveri nelle sue file reparti da bombardamento, trasporto e aerosiluramento, la sua peculiarità è quella di essere, essenzialmente, un’aeronautica da caccia.
Il ruolo primario svolto dai suoi piloti starà nel contrasto allo strapotere dei bombardieri angloamericani che martirizzano le città del nord attaccando non solo complessi industriali italiani ma anche obiettivi civili e non disdegnando di abbassarsi a mitragliare il singolo ciclista che percorre la strada di campagna. Sembra, addirittura, che le vittime preferite dai “liberatori” siano proprio gli insediamenti civili del nord, dove fanno strage tra la popolazione. In totale, i bombardieri dei “liberatori” faranno circa 64.000 vittime tra i civili, tra i quali ci saranno anche i 200 bambini della scuola elementare del quartiere di Gorla (Milano) che sarà colpita il 20 ottobre 1944.

I piloti da caccia dell’A.N.R. tenteranno disperatamente di contrastare un nemico che conduce una guerra aerea di tipo terroristica, uno sforzo che diverrà veramente impari quando, verso la fine del ’44, la Luftflotte 2° sarà completamente trasferita in Germania, lasciandoli da soli a difendere i cieli italiani contro barbari venuti dal mare. L’attività dei cacciatori dell’A.N.R. sarà a dir poco eroica, ritrovandosi a combattere sempre in condizioni di inferiorità numerica contro le enormi concentrazioni di velivoli dell’USAAF che si presentano sempre fortemente scortate sopra i cieli dell’Italia del nord.
Quando tutto sarà finito, quando quella guerra sarà terminata, la fine si tramuterà, per i militari che hanno aderito alla R.S.I., in un bagno di sangue. Che fine faranno gli uomini dell’Aviazione Nazionale Repubblicana?
Ebbene, finita quella guerra, chi ha avuto il coraggio di saltare per tempo sul carro del vincitore, avrà anche l’ardire di emanare leggi e di istituire tribunali per colpire chi, invece, ha come unica colpa quella di aver voluto difendere la Patria.
I piloti dell’A.N.R. che riusciranno a sfuggire alla “giustizia” dei vincitori – famoso resterà il caso dell’esecuzione sommaria di Visconti – saranno rimandati a giudizio dai tribunali militari e dovranno rispondere del reato “collaborazionismo”. 
E’ da chiarire, una volta per tutte, che la scelta fatta da quegli uomini, di aderire all’Aviazione del Nord, non ha alcun carattere politico ma è dettata unicamente da ragioni tipo militare. Vedono le proprie città bombardate e si decidono a fare quello per il quale sono stati addestrati: difendere la vita e l’onore della propria gente. 
Luigi Gorrini, la medaglia d’oro che vola con il primo Gruppo Caccia, in un intervista rilasciata qualche tempo fa, affermerà: “Noi non avevamo alcun partito, noi difendevamo le città italiane dai bombardamenti dei liberatori, le nostre case ed il nostro onore. La guerra sapevano tutti che era persa con El-Alamein ed io l'ho persa due volte: l'8 settembre ed il 25 aprile. Ma ripeto, quello che ho fatto allora... quelle tonnellate di bombe in meno che abbiamo evitato alle nostre città, questo è un innegabile merito storico. Io non abbasso gli occhi di fronte a nessuno: l'ho fatto e lo rifarei.”
Sono parole che non ammettono repliche e non si può che dire grazie a uomini come il maggiore Visconti che continueranno ad alzarsi in cielo, uno contro cento, in una disperata difesa dell’Italia. E’ di queste cose che tratta ampiamente l’ultima monografia di Daniele Lembo.

A.N.R. UN’AVIAZIONE DA CACCIA, Delta Editrice (Supplemento ad Aerei nella Storia n. 75 Dic. 2010 – gern. 2011) 52 pagine euro 7
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